“Quella… Cosa… Qualunque cosa sia, cogliendo una fievole immagine di ciò che dimostra la sua esistenza… Capisci veramente quanto poco conosciamo…”
— Il Gran Collezionista.
Khaos, anche scritto con il carattere , forse è una entità superiore, forse è ciò che ha creato il weltis.
“Immagina per un solo minuto di vivere in una stanza. Questa stanza ha una ristretta varietà di colori, diciamo una scala di grigi, e sei costretto a vivere in quella stanza usando solo quei colori. Un giorno, si apre una porta, che ti permette di osservare l'esterno: un luogo vasto quasi ad estendersi all'infinito, con colori sgargianti mai visti prima, dotati di una potenza tale da farti suscitare emozioni innate e sconosciute e vedi immagini dal modello indescrivibile. Vieni pietrificato da tale visione. La porta prima improvvisamente sbarrata si chiude, facendoti tornare alla limitata visione della tua monocromatica stanza. Non avresti la volontà di tornarci o di provare a rappresentare ciò che hai visto con le limitate risorse del tuo mondo?”
— L'Arabo Pazzo Alhazred[1].
Khaos non è rappresentabile con immagini intuitive e ragionevoli né con geometrie euclidee e non-euclidee. Molteplici artisti, scrittori e archeologhi hanno tentato a rappresentarlo con i mezzi che avevano a disposizione: scrittura, pittura, scultura, matematica; ma l'unico risultato è stata una crisi di follia.